La cosiddetta opposizione tra musica e politica si è verificato adesso come nel passato. Il
continuo susseguirsi degli accadimenti al limite del possibile, infliggono nella
popolazione reazioni a carattere rivoluzionario, ma trovano nella musica la
sua maggiore creatività, a finalizzare l'espressione artistica sfociando nella
musica idee e pensieri. Contro il sistema capitalistico ,artefice della continua crescita dell' economia, calpestando ed
ignorando, ciò di cui la popolazione necessita .Nel passato c'è stata la
cultura rastafariana, che portò un nuovo modo di pensare, nell' esaltazione dei
sensi, per provare con la musica, uno stupendo sconvolgimento intrecciato con
l'animo umano. Come dalla corrente del Romanticismo,si passò a quella dell’Illuminismo,
così da una società in cui lo sconvolgimento industriale, iniziava a prendere
forma, ci fu una nuova corrente, che io non direi solo musicale, ma una nuova
corrente umanistica ,che andava sotto il nome di pensiero rastafariano. I veri
rasta non avevano contatti con il mondo esterno, loro si dissociavano dal mondo,
preferivano una vita più tranquilla, vivendo in solitudine, in boschi, in
montagne, fumando marijuana, che coltivavano loro stessi, la sua stessa
assunzione, provocava in loro un esaltazione dei sensi sensoriali ,un aumento
dell'udito, una migliore sensibilità alla musica. Dimenticandosi del mondo
terreno, loro esploravano i meandri più profondi dell'animo umano, che andavano
a toccare la musica, nella più assurda composizione di accordi, che trasformava
questa melodia, come espressione veritiera della libertà. No inteso come spazio,
ma come solo ed unico pensiero, che poteva trasformare ogni cosa, in qualcosa
di stupendo. Andava a mescolarsi con la natura, il vivere nella bellezza più
indefinita, ma reale, i colori, la musica,una percezione che andava al di
là dell'umana comprensione, che sfociava in una musica sublime quale è il reggae.
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