venerdì 29 marzo 2013

Hang





Lo strumento musicale del futuro, alla domanda se i marziani conoscono la musica? Be forse se esistono .
Come in tutte le discipline conosciute si identifica sempre il progresso che migliora o peggiora questa nostra realtà,in questo caso un suono dalle varie sfumature che esalta il suono molto gradevole anche alle orecchie di un profano. 




Descrizione 


Lo hang è composto da due semisfere appiattite in acciaio temperato che, unite, gli conferiscono la tipica forma lenticolare. Ha un diametro di 53 cm ed un'altezza di 24 cm. Nella parte superiore troviamo una protuberanza centrale e sette piccole cavità laterali, la parte inferiore è liscia con un'apertura al centro.

Viene suonato con il polso, il palmo e le dita delle mani. La parola hang, nel dialetto di Berna, indica la mano.

Il suono è metallico ma, rispetto allo steel pan, risulta essere più caldo e leggero. Generalmente viene suonato tenendolo appoggiato sulle ginocchia, talvolta può anche essere utilizzato un supporto.


Storia 


Lo hang è il frutto dell'esperienza e della ricerca di due artigiani di Berna, Felix Rohner e Sabina Schärer, che già negli anni novanta producevano steelpan e studiavano le percussioni etniche di varie parti del mondo. Nel 2000 hanno messo a punto il primo modello di hang, presentato l'anno successivo alla fiera musicale di Francoforte.

Nel corso degli anni si sono succedute almeno tre "generazioni" di strumenti, che hanno apportato numerose modifiche rispetto ai primi modelli.


Disco armonico 


Data la grande richiesta internazionale e la tiratura piuttosto limitata, nel corso degli ultimi anni sono nate altre imprese artigiane che producono strumenti simili allo hang, tuttavia i materiali e il suono differiscono sensibilmente da quest'ultimo. Dal momento che hang è un marchio registrato, questi strumenti vengono chiamati in italiano con il nome generico di dischi armonici, mentre nei paesi anglofoni si usa la denominazione handpan.

I più noti sono il Bellart BElls, prodotto in Spagna, il Caisa, prodotto in Germania, lo Halo, prodotto negli Stati Uniti,lo Spacedrum, prodotto in Francia e il Disco Armonico prodotto in Italia.


lunedì 25 marzo 2013

La Tierra del Olvido






Pitagora : L’armonia 

Secondo i pitagorici nell’universo si manifesta un ordine armonico,buono E bello,regolato dalla giusta misura e dall’equilibrata proporzione tra i suoi elementi. Pare infatti che i pitagorici siano stati i primi a chiamare l’universo con il  termine cosmo, che in greco significa “ordine”. Ora,il segnale più evidente dell’ordinata bontà e bellezza che permeano l’universo, è dato appunto,per i pitagorici,dalle leggi di combinazione tra i numeri,e più precisamente dai rapporti di proporzione che si possono istaurare tra di loro.  E’ infatti tipico della mentalità dei Greci da un lato vedere una stretta connessione tra il “Buono”e il “Bello”,dall’altro definire il bello senza chiamare in causa il sentimento soggettivo di piacere,ma solo ben precisi rapporti armonici”Dunque matematici” inerenti alle cose stesse. Quanto detto è riscontrabile non solo nell’astronomia,ma anche nella musica,dove il nesso tra le belle armonie e i rapporti numerici è per i pitagorici molto evidente: è possibile,infatti,ricavare dagli strumenti dei suoni gradevoli “cioè armoniosi”. I Pitagorici arrivarono persino a sostenere che i movimenti irregolari degli astri dovevano anch’essi necessariamente produrre una musica “la cosiddetta armonia delle sfere” che però gli uomini non riescono a percepire “o per abitudine,o perché  di tono troppo elevato”.                                                    



La terra dell'oblio

Come la luna che illumina
di notte i cammini
come le foglie al vento
come il sole spaventa il freddo
come la terra la pioggia,
come il mare aspetta il fiume
così aspetto il tuo ritorno
alla terra dell'oblio
come naufragano le mie paure
se navigo nel tuo sguardo
come allerti i miei sensi
con la tua voce innamorata
con il tuo sorriso di bambina
come mi muovi l'anima
come mi togli il sonno
come mi rubi la calma
tu hai le chiavi del mio cuore
io ti amo
più della mia vita perché senza il tuo amore
muoio
tu hai le chiavi del mio cuore
io ti amo
più della mia vita perché senza il tuo amore
muoio
Come la luna che illumina
di notte i cammini
come le foglie al vento
come il sole spaventa il freddo
come la terra la pioggia,
come il mare aspetta il fiume
così aspetto il tuo ritorno
alla terra dell'oblio
tu hai le chiavi del mio cuore
io ti amo
più della mia vita perché senza il tuo amore
muoio
muoio
muoio
muoio
tu hai le chiavi del mio cuore
io ti amo
più della mia vita perché senza il tuo amore
muoio
tu hai le chiavi del mio cuore
io ti amo
più della mia vita perché senza il tuo amore
muoio
muoio
muoio
muoio


domenica 24 marzo 2013

Italiella

Il ritorno del brigante – di Cafagna Filomeno


Nacqui in una terra baciata dal sole
Lambita dall’acqua e piena d’amore.
Ella fu dai popoli nel tempo prediletta
e tutti i regnanti dei loro territori
la fecero reginetta.
Da Lei ebbero i natali
omini di menti illustri,
che la storia
non fece vetusti,
e questi per la loro terra ringraziare,
nel corso dei secoli la fecero prosperare.
Ma un di dall’alpe lontano,
giunse un omo col fucile in mano
il quale col piombo e lingua fuggente,
promise terra a chi non avea niente
e, quando di tal promessa si resse fallace
ai poveri ignari li mise alla brace.
Col core  spaccato da questo dolore
S’erse Crocco pien di furore:
<<Terra e Repubblica c’hanno promesso
ma nulla di questo io ho ancora adesso.
Contro il borbone c’han fatto lottare
per poter …
solo un Re cambiare,
e la miseria che non si conosceva,
ora con me si corica la sera.
Bastà!! Non voglio più aspettar
Pertanto contro il savoiardo vado a lottare>>.
Molti furono gli omini da Crocco infiammati
ma dai savoia furon ammazzati
ed affinchè il suo discendente
mai più si potesse ribellare,
la deportazione,
il savoiardo cominciò ad attuare.
Terre, case e mestieri
nel povero Sud non furon più veri
ed ancor oggi, nell’era della globalizzazione
parlar di lavoro è solo impressione;
ma tasse dazi e gabelle
se non le versi,  ti mandan a Finestrelle.
No! nooo, non nel modo che tu poi pensare
ma tendendoti a casa alla berlina
di chi si trova a passare.
Svegliati padre lucano
unisciti al pugliese, che da te non è lontano,
Recatevi a  Bronte dal Siciliano,
passa da Serre per al Calabrese
ricordare, che se siam uniti
qualcosa di buono ancor  si può fare.
Quando tutti  ci sarem riuniti
alla volta di Roma marciare dovremo,
passando da  Porta Pia
breccia di un Italia
che mai fu resa mia.
Canti e Vessilli in alto porremo
mentre  forte il passo  a terra batteremo,
tanto che la terrà si induca a chinare
perché le Due Sicilie ritornano a lottare.





Italiella

La canzone nasce 1868,dopo l’unità d’Italia che avvenne 1861,in quel periodo c’erano diverse correnti politiche filosofiche ,tra cui liberali che sostenevano la rivoluzione come anche i repubblicani e infine
 I filo borbonici. I Savoia sostenevano una monarchia  costituzionale,solamente al sud fu soppressa ,1863
Fu applicata la legge pica ,con la quale si instaurò una dittatura militare “alcuni parlamentari piemontesi ,sostenevano infatti che già dai tratti somatici, si poteva evidenziare il marcio,di cui erano affetti i meridionali ,adottando una politica dittatoriale come quella dei nazisti, distruggendo documenti e prove che attestavano un vero e proprio massacro.”
In tutto il mezzogiorno ci fu l’azione militare alimentata dai Savoia,i quali erano rappresentati dalla persona illustrissima di Camillo Benso conte di Cavour,la sua strategia politica,seppe incastrare nel progetto Garibaldi. Nel 1868 ormai la popolazione meridionale era disillusa completamente dell’Italia,e di coloro che si chiamarono fratelli,mentre stremavano la popolazione a suon di fucilate. Il Brigantaggio non fu altro che l’espressione di gente distrutta da una guerra civile,e che nell’anno in questione,iniziò a percepire i primi effetti di ciò che sarà il fenomeno dell’emigrazione.