Dieci anni dopo l'indipendenza dalla Gran Bretagna, il popolo giamaicano cominciò ad accorgersi di vivere una situazione peggiore rispetto a prima. L'isola accusava una forte stato di disoccupazione, crimini e violenze. Molte delle nuove generazioni giamaicane che erano cresciute con l'indipendenza erano vittime di ciò, e reagirono con l'arma più potente che avevano a disposizione, ovvero la musica[19]. Al sorgere degli anni 70 i temi cominciarono a mutare, dando voce alla protesta del popolo che desiderava esprimersi contro il governo, mentre incoraggiavano i loro compatrioti ad aderire al patto di giustizia[19]. Un largo numero di questi abbracciò la religione rastafari non solo come manifestazione di ciò che volevano ottenere dal governo, ovvero pace, amore e lotta alla corruzione, ma presentavano un alternativo stile di vita all'interno della logorante povertà che dilagava nel paese[19]. Questi rastafari seguirono gli insegnamenti di Marcus Garvey (auto-aiuto, rimpatrio) per dare luce alla speranza. Nel momento in cui molti musicisti aderirono al movimento, l'influenza del rasta oltre al sound divenne chiara: gran parte dell'ottimismo tipico del reggae sembrò sparire: il basso elettrico divenne più profondo e pronunicato, il ritmo venne rallentato e i testi sembravano promettere fuoco e fiamme[19]. Fu proprio quando gli artisti reggae cominciarono a convertirsti al rastafarianesimo che gli elementi tipici afro-giamaicani divennero il tema centrale come simbolo d'identità e orgoglio[17]. Questa seconda fase di sviluppo del reggae era caratterizzata da tempi rallentati e da un sound complessivamente più rilassato ed ipnotico[20]. Bob Marley e The Wailers furono il tramite per portare il mondo alla conoscenza di questa religione attraverso il nuovo stile giamaicano. Il lato grezzo e selvaggio dei primi ritmi reggae scomparve, e all'inizio degli anni 70, cominciò così ad emergere il roots reggae. Questo stile irresistibile con la sua semplicità, originalità ed essenzialità, tornò alle sue radici africane.
sabato 2 giugno 2012
La musica Reggae
Reggae e Rastafarianesimo: l'era roots reggae
Il reggae è spesso associato al movimento rastafari, che fu fortemente influenzato dai musicisti reggae negli anni 70 e 80[15]. Tuttavia, gli argomenti trattati nei brani reggae erano in origine lontani dalla religione rastafari, con canzoni d'amore, temi sessuali o sociali[15] esattamente in linea con le tematiche affrontate precedentemente nello ska e rocksteady. Prima che la cultura rastafari influenzasse la musica reggae, i testi e le musiche erano meno retorici e complessi. L'early reggae era caratterizzato da tematiche ispirate alla musica r&b e soul americana[17]. I rastafari in origine non erano affatto interessati a prendere parte alla vita sociale della Giamaica, preferendo vivere isolati sulle colline, conducendo un'esistenza semplice e del tutto naturale caratterizzata da precise regole religiose e comportamentali[18].
Dieci anni dopo l'indipendenza dalla Gran Bretagna, il popolo giamaicano cominciò ad accorgersi di vivere una situazione peggiore rispetto a prima. L'isola accusava una forte stato di disoccupazione, crimini e violenze. Molte delle nuove generazioni giamaicane che erano cresciute con l'indipendenza erano vittime di ciò, e reagirono con l'arma più potente che avevano a disposizione, ovvero la musica[19]. Al sorgere degli anni 70 i temi cominciarono a mutare, dando voce alla protesta del popolo che desiderava esprimersi contro il governo, mentre incoraggiavano i loro compatrioti ad aderire al patto di giustizia[19]. Un largo numero di questi abbracciò la religione rastafari non solo come manifestazione di ciò che volevano ottenere dal governo, ovvero pace, amore e lotta alla corruzione, ma presentavano un alternativo stile di vita all'interno della logorante povertà che dilagava nel paese[19]. Questi rastafari seguirono gli insegnamenti di Marcus Garvey (auto-aiuto, rimpatrio) per dare luce alla speranza. Nel momento in cui molti musicisti aderirono al movimento, l'influenza del rasta oltre al sound divenne chiara: gran parte dell'ottimismo tipico del reggae sembrò sparire: il basso elettrico divenne più profondo e pronunicato, il ritmo venne rallentato e i testi sembravano promettere fuoco e fiamme[19]. Fu proprio quando gli artisti reggae cominciarono a convertirsti al rastafarianesimo che gli elementi tipici afro-giamaicani divennero il tema centrale come simbolo d'identità e orgoglio[17]. Questa seconda fase di sviluppo del reggae era caratterizzata da tempi rallentati e da un sound complessivamente più rilassato ed ipnotico[20]. Bob Marley e The Wailers furono il tramite per portare il mondo alla conoscenza di questa religione attraverso il nuovo stile giamaicano. Il lato grezzo e selvaggio dei primi ritmi reggae scomparve, e all'inizio degli anni 70, cominciò così ad emergere il roots reggae. Questo stile irresistibile con la sua semplicità, originalità ed essenzialità, tornò alle sue radici africane.
Oggi il simbolo più popolare del rastafarianesimo è Bob Marley, che morì di cancro nel 1981, all'età di 36 anni. L'influenza che ha avuto sulla musica è ancora forte e molti membri della sua famiglia sono oggi artisti reggae. Egli è conosciuto come il "Re del reggae"[21]. Formati nei tardi anni 60, i Wailers erano in origine conosciuti sotto il nome di the "Wailing Rude Bwoys". I membri originali erano Bob Marley, Junior Brathwaite, Peter Tosh e Bunny Livingston[21]. Il gruppo ottenne una certa popolarità durante i primi anni 70 per poi sciogliersi, così Bob Marley decise poi di proseguire il suo progetto come "Bob Marley and the Wailers". Il grande successo di Bob Marley partì dalla Giamaica quando molti cominciarono ad imitarlo cambiando le sorti della scena musicale giamaicana[21]. Il reggae cominciò ad ottenere popolarità su scala internazionale nei primi anni 70, così come anche la cultura rastafari, dovuta principalmente alla fama di Bob Marley, che incorporò temi nyabinghi e rastafari nella sua musica[15]. Brani come "Rastaman Chant" condussero questo movimento e la musica reggae agli occhi del mondo (specialmente tra le minoranze oppresse come gli afro-americani, i nativi americani, prime nazioni canadesi, aborigeni australiani, i maori neozelandesi, o altre popolazioni africane)[15]. Molti musicisti erano alla ricerca del successo e si fecero crescere i dreadlocks iniziando a professare la religione rastafari. I testi di molti brani mutarono cominciando a trattare tematiche rigardanti la religione rasta citando inni come "JAH", "Haile Selassie" e "Rasta". Questi artisti cominciarono a professare il rastafarianesimo per cercare di ottenere popolarità e successo. Molti approfittarono di questa tendenza per giustificare l'uso di marijuana[21]. Bob Marley e molti che seguirono la sua filosofia, sono la voce degli oppressi e dei poveri. Il messaggio inviato tramite la musica in molti casi tratta di oppressione, povertà, schiavitù, apartheid e diritti umani. Il reggae è divenuto una musica a sostegno della lotta all'oppressione giorno per giorno[21]. Altri musicisti reggae con forti elementi religiosi nella loro musica possono essere Toots and The Maytals, Burning Spear, Black Uhuru, Ras Michael, Prince Lincoln Thompson, Bunny Wailer, Prince Far I, Israel Vibration, Bad Brains[15] così come la maggior parte dei gruppi della corrente. Tuttavia alcuni rasta disdegnano il reggae affermando che è una forma di musica commerciale[15
Dieci anni dopo l'indipendenza dalla Gran Bretagna, il popolo giamaicano cominciò ad accorgersi di vivere una situazione peggiore rispetto a prima. L'isola accusava una forte stato di disoccupazione, crimini e violenze. Molte delle nuove generazioni giamaicane che erano cresciute con l'indipendenza erano vittime di ciò, e reagirono con l'arma più potente che avevano a disposizione, ovvero la musica[19]. Al sorgere degli anni 70 i temi cominciarono a mutare, dando voce alla protesta del popolo che desiderava esprimersi contro il governo, mentre incoraggiavano i loro compatrioti ad aderire al patto di giustizia[19]. Un largo numero di questi abbracciò la religione rastafari non solo come manifestazione di ciò che volevano ottenere dal governo, ovvero pace, amore e lotta alla corruzione, ma presentavano un alternativo stile di vita all'interno della logorante povertà che dilagava nel paese[19]. Questi rastafari seguirono gli insegnamenti di Marcus Garvey (auto-aiuto, rimpatrio) per dare luce alla speranza. Nel momento in cui molti musicisti aderirono al movimento, l'influenza del rasta oltre al sound divenne chiara: gran parte dell'ottimismo tipico del reggae sembrò sparire: il basso elettrico divenne più profondo e pronunicato, il ritmo venne rallentato e i testi sembravano promettere fuoco e fiamme[19]. Fu proprio quando gli artisti reggae cominciarono a convertirsti al rastafarianesimo che gli elementi tipici afro-giamaicani divennero il tema centrale come simbolo d'identità e orgoglio[17]. Questa seconda fase di sviluppo del reggae era caratterizzata da tempi rallentati e da un sound complessivamente più rilassato ed ipnotico[20]. Bob Marley e The Wailers furono il tramite per portare il mondo alla conoscenza di questa religione attraverso il nuovo stile giamaicano. Il lato grezzo e selvaggio dei primi ritmi reggae scomparve, e all'inizio degli anni 70, cominciò così ad emergere il roots reggae. Questo stile irresistibile con la sua semplicità, originalità ed essenzialità, tornò alle sue radici africane.
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