La Liberia si sta preparando alle elezioni presidenziali di ottobre. Dilaniata da due guerre civili, rispettivamente nel 1989 e nel 1999, ha trovato un pò di tranquillità solo nel 2003, quando, con gli accordi di pace di Accra, l’allora Presidente Charles Taylor accettò di andare in esilio in Nigeria. Dopo un periodo di transizione, nel 2006, ad ottenere la presidenza fu Ellen Johnson Sirleaf, primo Capo di stato donna di tutta l’Africa. Da allora, la Liberia ha raggiunto qualche risultato positivo, ma questo non appare essere sufficiente per permettere all’economia di crescere sensibilmente e alla sua popolazione di vivere in modo dignitoso, in quanto, a distanza di cinque anni, sono molteplici ancora le carenze in campo sanitario, educativo e sociale. Inoltre, il più grande freno allo sviluppo dello Stato è rappresentato dalla corruzione. Infatti, la maggior parte delle verifiche contabili presentate dal GAC (General Auditing Commission) conterrebbe prove di furti da parte degli ufficiali del governo.
Nel frattempo, gli affari continuano e a fine giugno, il governo liberiano ha firmato tre accordi con la Cina del valore di circa tredici milioni di dollari americani. Il primo prevede un supporto alle attività del Monrovia Vocational Training Center e una fornitura di attrezzature; il secondo, invece, riguarda un aiuto nel mantenimento di alcune infrastrutture, come ad esempio il Samuel Kanyon Does Sports Stadium e nella formazione tecnica del personale liberiano; mentre il terzo, concerne la donazione di farmaci antimalarici. Come contropartita, è ipotizzabile pensare che Pechino esigerà una corsia preferenziale per l’acquisto delle materia prime della Liberia e per l’appalto delle grandi opere.
I contratti con la Cina non potranno certo risolvere i problemi di Monrovia, soprattutto ora che con la campagna elettorale entrata nel vivo e la preparazione delle elezioni, il clima si sta facendo sempre più incerto. Infatti, molte sono le questioni aperte. Innanzitutto, la pubblicazione delle circoscrizioni elettorali, che sarebbe dovuta avvenire a fine giugno, ma che è stata posticipata, a causa di un’azione intrapresa dal Liberal Party (LP), il quale ha affermato la non accuratezza del lavoro delle Commissione elettorale nazionale (Nec). In secondo luogo, la volontà della Nec, espressa tramite il suo presidente, James Fromayan, di indire un referenudum ad agosto 2011, riguardante quattro quesiti che andrebbero ad emendare altrettanti articoli della Costituzione: il primo, la posticipazione delle elezioni presidenziali dal primo martedì di ottobre al primo martedì di novembre (art. 83); il secondo, la richiesta della maggioranza semplice per la votazione di tutti i pubblici ufficiali, eccetto il Presidente e il Vice presidente (art.83); il terzo, l’aumento dell’età pensionabile da 70 a 75 anni per il Presidente della Corte Suprema ed i suoi membri (art. 72) e il quarto, l’abbreviazione da 10 a 5 anni del requisito, legato alla durata della residenza, richiesto per accedere alla carica di Capo di Stato (art. 52).
Il referendum è stato poi respinto e le elezioni si terranno regolarmente. I candidati sono Ellen Johnson Sirleaf, attuale Presidente a capo dell’Unity Party, Dew Tuan Wleh Maysan per la National Democratic Coalition, Winston Tumban per Cogress Democratic Change (Cdc), il pastore Kennedy Sandy e Charles Brumskine del Liberty Party (LP). Maysan, ex ambasciatore in Francia e magnate del petrolio, che nel 2005 aveva sostenuto Sirleaf, ora rappresenta una coalizione comprendente molti partiti, tra i quali il suo, ossia il New Deal Movement Party e il National Patriotic Party.
Attualmente, sembrerebbe esserci tra i due partiti un leggero contenzioso, perché la senatrice Jewel Howard-Taylor potrebbe aspirare alla leadership della coalizione. Comunque, recentemente, Maysan avrebbe affermato che se fosse eletto rinuncerebbe al proprio stipendio che verrebbe, invece, utilizzato per costruire infrastrutture pubbliche. Inoltre, sembra voler focalizzare la campagna elettorale sul tema del lavoro, puntando soprattutto sulla gioventù disoccupata.
Tumban, ex ministro della giustizia e Rappresentate Speciale del Segretario Generale dell’Onu per la Somalia dal 2002 al 2005, si è unito al partito di George Weah nell’ultimo anno, ma pare averne già ottenuto il controllo. Invece, LP sembra stia puntando su di un programma dedicato alla riabilitazione degli ex combattenti, ai diritti delle fasce più svantaggiate, nonché al sistema scolastico. Infine, vi è il pastore Sandy, proveniente dagli Stati Uniti, impegnato nella lotta alla corruzione e alla povertà e favorevole alla decentralizzazione del potere. Tuttavia, questi sono solo alcuni dei possibili candidati, infatti, a loro ultimamente si è aggiunto l'ex signore della guerra, e senatore della contea di Nimba, Prince Johnson, ben voluto dagli ex combattenti che vedrebbero in lui un’assicurazione per l’avvenire.
Al di là di un'eventuale esplosione di violenze in concomitanza con i risultati elettorali, la grande questione sul tavolo resta la ricostruzione del comparto sicurezza. . A questo proposito, in data 15 settembre 2010 (Risoluzione 1938/2010), la missione Unmil è stata prolungata fino al settembre di quest'anno, proprio per aiutare il governo di Monrovia a gestire le elezioni. Tuttavia, in questo ultimo periodo le forze armate liberiane dovranno rendersi autonome ed in grado di sostituirsi alla missione Onu non appena il suo mandato scadrà. Tale compito appare molto arduo, principalmente avendo presenti le risorse a disposizione dell’amministrazione. Inoltre, la scadenza del mandato avverrebbe prima dell’annunciazione dei risultati presidenziali e quindi, questo fa supporre che la missione verrà posticipata ulteriormente, almeno fino a quando non si riavrà una presidenza stabile.
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