La musica reggae ha sempre avuto una forte vocazione sociale. Sia prima che dopo Bob Marley, le voci del reggae hanno denunciato e raccontato le tensioni, le ingiustizie e le guerre e non solo in Giamaica. In Costa d’Avorio, per esempio, il reggae ha una radicata tradizione.
La Costa d’Avorio, ex colonia francese, ha ottenuto l’indipendenza nel 1960. Tra il 2002 e il 2004 una sanguinosa guerra civile ha sconvolto il Paese. Il 31 ottobre 2010, dopo anni di rinvii, si sono svolte le elezioni presidenziali che hanno visto Alassane Dramane Ouattara contrapporsi di Gbagbo. Ed è stato proprio l’esito di queste elezioni, sfavorevole a Gbagbo, a riaccendere un clima di tensione. Nel periodo più caldo, tra il novembre del 2010 e l’aprile del 2011, il conflitto ha provocato oltre tremila morti e un milione di sfollati.
Scenari difficili, duri, raccontati nel tempo attraverso le voci di artisti che hanno la capacità di muovere le coscienze e di fomentare passioni e differenze che, in un paese in cui coesistono decine di etnie e varie fedi religiose, rappresentano un costante rischio.
Il più popolare è sicuramente Alpha Blondy, veterano del reggae made in Costa D’Avorio, attivo dai primi anni ottanta. Utilizzando sia la lingua francese che quella inglese, Alpha Blondy ha in certi casi anticipato i venti di guerra. Nel 1999, con il brano La Guerre civile, preannunciava un conflitto armato, inevitabile nel caso in cui il nuovo presidente avesse ignorato le richieste di cambiamento del popolo. Alpha Blondy è stato un acceso sostenitore di Gbagbo (come anche Beta Simon e Serge Kassy, altri due artisti reggae), ed ha accusato Outtara di essere responsabile del colpo di stato del 1999 (si pensa che le canzoni di un altro cantante reggae, Fadal Dey, abbiano molto influito sulla decisione di rovesciare Konan Bédié).
Ultimamente l’artista è stato fortemente criticato, dato che con la musica ha sempre denunciato e combattuto il neocolonialismo e l’influenza francese, ma poi nei fatti non si è dimostrato coerente (un episodio su tutti è la sua partecipazione, l’11 maggio 2011, al trentennale dell’elezione di François Mittérand, in Piazza della Bastiglia a Parigi).
Opinione differente ha invece Tiken Jah Fakoly, sostenitore prima di Guillaume Soro e dopo di Outtara alle ultime presidenziali. Tiken Jah, minacciato di morte e per questo costretto all’esilio nel 2003, viene accusato di essere un supporto fondamentale dei ribelli e di aver addirittura finanziato la guerra civile con i suoi concerti. L’artista ha chiesto esplicitamente a Gbagbo di farsi da parte con il brano del 2005 intitolato Quitte le pouvoir. Il messaggio è chiaro: “nessun cambiamento nei vostri comportamenti, malgrado i diversi governi da quarant’anni a questa parte. Potrai passare dei brutti momenti se ci terrai ancora qua a marcire”. Per il suo appoggio a Outtara, non sono mancate anche nei suoi confronti critiche aspre, dato che proprio lui è autore di un altro eloquente brano dal titolo “Francafrique” nel quale canta: “La politica francese in Africa è scherzare e uccidere, la politica americana in Africa è scherzare e uccidere. Ci vendono le armi e mentre noi ci combattiamo ci rubano la nostra ricchezza …. causano la dittatura per affamarci”.
Qualche anno fa è stata molto dura la contrapposizione tra Tiken Jah Fakoly e Serge Kassy, altro esponente del reggae ivoriano. Quest’ultimo accusava Tiken Jah di speculare sulla condizione difficile degli ivoriani per incrementare la propria carriera artistica. Kassy era sostenitore di Gbagbo.
Ma anche tra Alpha Blondy e Tiken Jah Fakoly non c’è mai stata una grande simpatia. Tuttavia, dopo anni di rivalità e recriminazioni attraverso interviste e canzoni, i due musicisti si sono stretti la mano il 28 giugno scorso a Parigi, rendendo visita al nuovo presidente in carica.
Il neo-presidente Outtara e Tiken Jah hanno promosso l’organizzazione di una carovana della pace e della riconciliazione con tutti i musicisti ivoriani, che si svolgerà a cominciare dai luoghi che più di altri sono stati teatro di distruzione e morte durante la guerra civile. Protagonisti di questa iniziativa saranno appunto Apha Blondy, Tiken Jah Fakoly, Serge Kassy, Magic System, Meiway, Aicha Koné e Monique Seka.
L’11 dicembre si terranno in Costa D’avorio le elezioni politiche, e si spera che questo rappresenti l’inizio di un nuovo clima caratterizzato dal dialogo e dalla riconciliazione, anche tra gli artisti reggae che, spesso e volentieri, riescono ad avere un potenziale comunicativo superiore a quello dei politici!
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